Il blog di Claudio Flaminio In questo appuntamento Claudio Flaminio ci parla della verità e della passione che un insegnante di musica trasmette ai propri allievi.
Tutte le verità dell’insegnante di musica
Una amica che fa la cantante pop, piuttosto affermata, un giorno mi ha detto: “tu fai un lavoro bellissimo, insegnare musica ai ragazzi è entusiasmante”. Si, è vero, lo è. Ma detto da una che gira il mondo cantando fa impressione. Forse non è eccitante come essere cantanti famosi, ma c’è una cosa sulla quale questo lavoro è imbattibile: dice la verità. Noi insegnanti, di musica o altro, abbiamo un compito, bellissimo e sincero. Bellissimo perché il nostro compito è trasmettere la conoscenza di ciò che per noi è passione. Sincero perché nessuno come un insegnante deve dire all’allievo come stanno veramente le cose. Si possono dare molti consigli a chi inizia un percorso di studi musicali, ma io ne voglio dare uno molto semplice: credete ai vostri insegnanti! Il presupposto è, ovviamente, che il vostro sia un buon docente (e qui..sta a voi scegliere). Ma se avete fatto una buona scelta, allora vale la pena dargli fiducia. Quindi credetegli, perché, come dicevo prima, dice la verità. Quando vi giudica (chi insegna deve farlo!) credete al suo giudizio, anche se non è quello che speravate sentirvi dire. Se non siete del tutto d’accordo, dategli credito e sforzatevi di capire il senso del suo commento. I percorsi di crescita comportano sempre qualche piccolo trauma, non abbiate paura a mettervi in discussione. Perché il primo passo per crescere è proprio fare autocritica e se necessario mettersi alla prova, per vedere se ciò che pensavate di voi stessi corrisponde alla realtà (che non è sempre quella che dicono gli amici, per intenderci). Ho visto giovani cantanti andare in crisi perché, sebbene dotati di una bella voce, non si erano accorti che stonavano. E chitarristi non notare che, nonostante le scale a 250 km all’ora non sapevano andare a tempo. O batteristi perdere il click ogni volta che inserivano un fill in un tempo in 4/4. Sono cose abbastanza normali. Ma se il vostro insegnante ve lo fa notare (guai se non lo facesse!) credetegli. E ringraziatelo, perché ha scoperto il vostro “tallone d’Achille”, sul quale vi dovrete concentrare e lavorare sodo.