Michele D’Anca – I compressori
Che cos’è un compressore? E’ un dispositivo che controlla automaticamente il guadagno di qualsiasi segnale e ne esistono 5 categorie. La prima è il “variable mu”, e si chiama così perché a variare l’elemento che poi determinerà il gain reduction è una valvola, e il Mu è il modo per definire il guadagno di una valvola. Tra i più famosi come non nominare sicuramente il Fairchild 660 o 770, una versione mono e stereo utilizzato per il mastering già negli anni ’50, e l’Altec 436. L’Altec 436 è stato il responsabile di memorabili registrazioni dei Beatles, ed è un famosissimo compressore Variable Mu, utilizzato ancora oggi. Esistono anche esempi di dispositivi più moderni, come il The Phoenix oppure il Variable Mu della Manley Labs. Il secondo gruppo, introdotto nella seconda metà degli anni 50 da Bill Putnam, comprende un compressore ottico, a differenza del primo che viene costruito utilizzando solo la tecnica valvolare. Il compressore ottico può essere infatti costruito sia in stato solido sia con la tecnologia valvolare. Precisamente, a variare l’elemento che determinerà il gain reduction è un fattore passivo, nella fattispecie un fotoresistore. Il più famoso di tutti è senz’altro il LA-2A della Universal Audio, tutt’oggi in produzione.
Della terza categoria fanno parte i compressori FET. I compressori FET, ovvero Field Effect Transitor, fanno riferimento all’elemento che varia nel percorso e che determina il gain reduction. Sono stati introdotti nella seconda metà degli anni ‘70, e tra questi il più famoso di tutti è senz’altro l’1176 e derivati, sempre della Universal Audio, tutt’ora in costruzione. La categoria dei FET ha la possibilità di applicare più gain reduction rispetto alle altre due categorie. Infatti si parla di 40 db di gain reduction, anche se ha comunque poco senso un’applicazione di compressione di quella misura. La quarta categoria è rappresentata dal VCA. Il VCA, al contrario dei primi tre, non è più un compressore basato su un solo elemento che varia il suo valore, bensì da un sistema. I compressori VCA sono forse i più diffusi, perché sono quelli meno costosi da costruire e anche più semplici. Un compressore molto celebre è senza dubbio l’SSL Bus compressor. Il VCA, come il FET, ha la possibilità di gain reduction molto più alta rispetto sia all’ottico che al Variable Mu e naturalmente non può che essere costruito solo utilizzando lo stato solido. La quinta categoria è quella rappresentata dai Pulse With Modulation, PWM. I PWM sono stati introdotti alla fine degli anni ’70, e hanno avuto una diffusione molto più ridotta rispetto alle altre categorie, soprattutto perché i costi di produzione erano più alti. Il più famoso dei quali è senz’altro il Franz 156.