Cominciando a studiare canto, si incontra presto il concetto di riscaldamento vocale. Tuttavia questa espressione rimane spesso poco chiara: cosa significa, infatti, scaldare la voce? Quali sono gli esercizi migliori per farlo, ma soprattutto qual è la loro funzione?
Riscaldamento vocale: cos’è e a cosa serve
Il cantante è un atleta a tutti gli effetti, non solo perché necessita di allenamento ma anche perché – per ottenere dei miglioramenti e mantenerli nel tempo – è tenuto a prendersi cura del proprio strumento, cioè la propria voce e il proprio corpo, come fa qualsiasi sportivo. Questo significa tra le altre cose preparare correttamente la voce ad una performance, non solo sul palco ma anche in occasione di una lezione o dello studio quotidiano a casa, per ottimizzare i risultati e assicurarsi di evitare traumi.
Facciamo l’esempio dei calciatori. Prima di allenarsi o di giocare una partita investono tempo per riscaldare il corpo tramite corsa, stretching ed esercizi mirati ad attivare l’organismo e migliorare la reattività e la concentrazione. Giocare a freddo, infatti, li esporrebbe a due rischi: non ottenere buoni risultati e – ancora più importante – subire traumi e lesioni.
Per la voce vale lo stesso. Ma come si prepara la voce prima di cantare?
Tra i falsi miti più comuni relativi a questo argomento c’è la convinzione che la voce si riscaldi cantando. Purtroppo non è così, perché cantare rappresenta già uno sforzo per la voce che non andrebbe fatto a freddo.
Vi dirò di più: nemmeno “fare vocalizzi” significa necessariamente riscaldare la voce, perché non tutti i vocalizzi sono adatti a questo scopo. Con il termine “vocalizzi” si indicano infatti anche esercizi “faticosi” che richiedono uno strumento già pronto e riscaldato. Gli esercizi di riscaldamento (o vocal warm-up), al contrario, sono esercizi specifici che servono a preparare la voce a lavorare in maniera efficiente e priva di traumi.
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Come si fa il riscaldamento vocale
Quali sono quindi gli esercizi migliori per riscaldare la voce? Partiamo con una premessa. Poiché il canto è un allenamento che coinvolge tutto il corpo, è utile partire scrollando gambe e braccia ed effettuando uno stretching morbido che coinvolga in particolare testa, collo, braccia, fianchi e spalle. Fondamentale, poi, sciogliere la mandibola. Anche svolgere qualche minuto di ginnastica aerobica leggera può aiutare.
Grande importanza riveste inoltre il ruolo della mente. Al di là del momento della performance, dove la necessità di concentrazione e di scioglimento delle tensioni è particolarmente evidente, avere una mente rilassata e pronta aiuta a rendere più proficua anche una sessione di studio o una lezione. Di esercizi di rilassamento e concentrazione ne esistono tanti, che possiamo rubare agli attori. L’obiettivo è quello di ascoltare le nostre sensazioni, il nostro corpo, il nostro respiro. Molto utile anche effettuare qualche minuto di meditazione o di yoga.
Venendo agli esercizi specifici per il riscaldamento vocale, ecco alcuni dei più adatti.
Trillo labiale (o lip roll)
Una sorta di BR creata dalla vibrazione continua e prolungata delle labbra. Per produrre questo suono, possiamo partire da uno sbuffo/pernacchia, simile a quello che ci viene spontaneo quando siamo annoiati. Trasformando poi questa sorta di “P” in una “B” potremo effettuare un lip roll intonato.
Assicurati di non avere alcuna rigidità a livello dei muscoli facciali, della mascella e del collo, e che il movimento di vibrazione sia rilassato e fluido. Presta sempre attenzione alla respirazione e alla postura, e ricordati che per svolgere questo esercizio non è necessario né utile usare tanta aria. Puoi aiutarti premendo con le dita sulle guance, delicatamente.
Trillo linguale (o tongue trill)
Un esercizio per certi versi simile a quello precedente, ma che risulta dalla vibrazione della lingua anziché delle labbra. Come si fa a mettere in vibrazione la lingua? Pronunciando la consonante “R”. Anche in questo caso, presta attenzione alla respirazione e alla postura, nonché alla rilassatezza dei muscoli facciali, della mascella, del collo. L’esercizio deve risultare morbido e non devi sentire tensione a livello laringeo.
Per entrambi gli esercizi, parti da una nota singola per poi sperimentare diversi arpeggi e scale, nonché dei glissati. Infine sfrutta gli esercizi per cantare una melodia o una parte di un brano che stai studiando! Questi trilli hanno molti benefici: aiutano a lavorare sulla gestione del flusso d’aria, sulla rilassatezza dei muscoli e sull’uniformità dell’emissione in tutta la nostra estensione vocale.
Vocal fry
E’ un’emissione vocale alle più basse frequenze possibili, e rientra nel meccanismo M0, ossia il registro vocale che copre le note più basse della nostra estensione e che è caratterizzato da un ciclo vibratorio con una lunga fase di chiusura e una brevissima fase di apertura. Come sottolineato dal Dott. Fussi, “l’esercizio del vocal fry è suggerito come manovra per ‘pulire’ le corde vocali da depositi di muco e per verificare la libertà e l’ampiezza dell’onda vibrante.”. Come riscaldarsi con il vocal fry? È sufficiente emettere dapprima una vocale singola (ti consiglio la “A”), da mantenere per tutta la durata dell’espirazione, e poi provare ad esercitarsi mescolando vocali diverse su una stessa emissione. Nota bene: il vocal fry deve suonare come “gracchiante”, un’emissione completamente diversa dalle note gravi che emettiamo in voce piena. Se al contrario somiglia ad una normale nota in voce piena, solo molto grave ed “ingolata”, è molto probabile che tu stia sbagliando qualcosa.
Vocalizzi muti ed emissioni nasalizzate
Per fare riscaldamento vocale funzionano molto bene anche gli esercizi che consistono nell’emissione dell’aria dal naso anziché dalla bocca. Questo succede ad esempio quando pronunciamo una M/N a bocca chiusa, oppure lo stesso suono con la bocca aperta avendo però cura che esca solo dal naso. Questi esercizi, svolti su glissati, scale e arpeggi su tutta l’estensione, aiutano a ridurre le forze esercitate direttamente sulle corde vocali, ad evitare di “stringere la gola” e a tonificare in lunghezza le corde stesse.
Lax vox
Con questo termine si indica una tecnica che consiste nello svolgere esercizi all’interno di una cannuccia infilata in una bottiglia o in un bicchiere d’acqua. Per questa tecnica, utilizzata anche in ambito logopedico, è preferibile utilizzare una cannuccia dal diametro non troppo stretto. Prendi una bottiglia d’acqua riempita per poco più di metà, e immergi la cannuccia per circa uno/due centimetri dal livello dell’acqua stessa. Avvolgi la cannuccia con le labbra, inspira dal naso e comincia ad espirare pronunciando delle U, producendo così delle bolle. Assicurati che l’emissione sia il più possibile rilassata e delicata. Pian piano prova a variare l’altezza del suono, emettendo dei glissati e poi provando a cantare piccole melodie. Concentrati per cercare di mantenere costanza nell’emissione delle bolle. Puoi poi provare a sperimentare spingendo la cannuccia più in basso verso il fondo della bottiglia.
Ora che conosci la teoria, non ti resta che metterla in pratica… Buon riscaldamento!