Oggi vi mostreremo i 5 errori più gravi e frequenti dei chitarristi. Ci è capitato di vederne alcuni anche durante le lezioni di chitarra in Nam, per fortuna non troppo spesso. Bando alle ciance, andiamo alla scoperta delle 5 “cose da evitare” se sei un chitarrista.
Suonare la chitarra senza accordarla
Per quanto impegno e bravura potremo metterci, nulla ci salverà dal disastro se suoneremo con la chitarra scordata. Una volta iniziato il brano è piuttosto improbabile rimediare. Le note, e ancor peggio gli accordi, risulteranno un lamento insopportabile alle orecchie nostre e dei nostri ascoltatori, mentre il resto della band ci guarderà con odio. Tutti non vedranno l’ora che il brano finisca. La chitarra è lo strumento che si scorda più facilmente. Al grande Segovia si attribuisce la frase “il chitarrista passa metà della sua vita ad accordare e l’altra metà a suonare scordato”. Tipo di meccaniche, dimensione delle corde, uso di bending, vibrati, leva…tutto ciò rende necessaria una continua verifica. Se suoniamo dal vivo meglio ricontrollare l’accordatura ogni 2-3 brani. Se stiamo incidendo in studio dovremo essere ancora più puntigliosi: ad ogni take è gradita un’accordata, ancora meglio con controllo dell’intonazione nella parte del manico dove stiamo suonando.
Bilanciare male i volumi
La stragrande maggioranza dei chitarristi elettrici usa almeno il classico doppio suono pulito/distorto. Il chitarrista elettrico che usa un unico suono è una rarità. Gli stessi amplificatori sono dotati di due canali per soddisfare questa esigenza. Per non parlare delle orge di pedali, pedalini, pedali e pedaliere. Il problema è che ogni suono ha il proprio volume, e a meno che dietro il mixer ci sia una fidato fonico tutto per noi, tra uno e l’altro si corre il rischio di notevoli “abbassamenti” o “innalzamenti” privi di senso musicale. E’ un errore che può pregiudicare un’esecuzione, quindi occorre spenderci un po’ di tempo. Attenzione agli assoli: in quel punto avremo bisogno di più volume. E occhio ai suoni distorti: per loro natura sono più compressi e nell’insieme della band tendono a essere soffocati.
Puntare tutto sulla velocità
Il chitarrista in erba tende a mettere quasi tutta la sua energia sullo studio della velocità, tralasciando aspetti come suono, timbro e musicalità. Ore e ore a esecitarsi su plettrata alternata, sweep picking, legati, tapping e mai una volta che ci si fermi a lavorare sul suono di una singola nota, di un vibrato o di un bending. Ok, la tecnica è importante. Chiunque resta incantato di fronte a un virtuosismo. Ma la velocità deve essere dosata nei punti giusti, altrimenti si diventa subito noiosi. Saper suonare poche note non è semplice come si crede. Non è un caso alcuni dei più grandi geni chitarristici non hanno quasi mai suonato frasi veloci, uno tra tutti David Gilmour dei Pink Floyd. Una singola sua nota apre i cuori, il suo fraseggio e suono sono tra le cose più belle che il rock ci ha regalato ed è il capo indiscusso del bending!
Restare ingabbiati nei box
Nel linguaggio chitarristico box sta per diteggiatura e già il nome lo fa capire: può diventare una gabbia dalla quale di fatica a uscire. Spesso il chitarrista si esercita su alcune posizioni tralasciandone altre, con il risultato di muoversi con destrezza solo in alcune zone del manico. Ma un buon assolo necessita di spaziare sia nel registro grave che in quello acuto. Per avere un fraseggio fluente la diteggiatura non può avere barriere. Occorre quindi imparare a collegare i box, abituandosi a vedere il manico in senso orizzontale collegando le diteggiature. E soprattutto è importante fare luce in quelle zone del manico dove ancora regna il buio.
Dimenticarsi che il suono è… nelle dita
Per la gioia dei produttori di strumenti musicali il chitarrista è uni spendaccione, si sa. Costose chitarre, costosissimi amplificatori, e come se non bastasse, pedaliere che per metterle insieme occorre fare un mutuo. Nonostante questo, a volte il suono è…orribile! Ahi ahi ahi. Avete mai pensato che il suono è prima di tutto nelle dita? Lo strumento più bello suona male se in cattive mani e al contrario, Steve Lukather saprebbe far suonar bene anche una cinesissima chitarra da 100€. Del resto Charlie Parker suonava bene anche con un sax di plastica. Certo, uno strumento costoso vale i suoi soldi, e se volete risultati professionali non potete farne a meno. Ma se avete un brutto suono non pensate che basti spendere migliaia di euro per risolvere il problema.