Quando si pensa al suono iconico dei Led Zeppelin, uno degli elementi più importanti è senza dubbio la chitarra elettrica di Jimmy Page. Ma sai qual è stato uno dei suoi segreti in studio? Il modo in cui posizionava i microfoni davanti all’amplificatore per catturare il suono della sua chitarra.


La chitarra elettrica e l’amplificatore: un binomio inscindibile

La chitarra elettrica, a differenza di quella acustica, non produce un suono forte da sola. Per essere registrata correttamente necessita di un amplificatore, che genera il suono tramite uno o più coni degli altoparlanti. E qui entra in gioco una questione fondamentale: come viene emesso il suono da un cono?


Cosa succede nel cono dell’amplificatore?

Il cono dell’altoparlante non emette il suono in modo uniforme su tutta la sua superficie. Nella parte centrale, detta “pistone”, si concentrano soprattutto le frequenze alte, quelle più chiare e brillanti. Verso il bordo del cono, invece, queste alte frequenze diminuiscono, e il suono diventa più scuro, più corposo ma anche meno definito.


Il posizionamento del microfono fa la differenza

Per ottenere un suono bilanciato e ricco, è molto utile posizionare il microfono a metà strada tra il centro e il bordo del cono. Questo punto permette di catturare un mix equilibrato tra alte e basse frequenze, senza esagerare né con il brillante né con il cupo.

Ma non finisce qui: la distanza del microfono dall’amplificatore influisce molto sul risultato. Avvicinando il microfono al cono, il suono catturato sarà più ricco di frequenze basse, più “caldo” e presente. Allontanandolo, invece, si perde questa pienezza e il suono tende a diventare più “scarico” e meno potente.

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La tecnica di Jimmy Page: microfoni a diverse distanze

Jimmy Page era un vero maestro del suono in studio. Per catturare tutta la ricchezza e la complessità della sua chitarra, non si limitava a posizionare un solo microfono davanti all’amplificatore. Utilizzava più microfoni, posizionandoli a distanze diverse:

  • Un microfono vicino al cono, per catturare i dettagli, la brillantezza e la potenza diretta del suono.
  • Un microfono più lontano, per registrare la riverberazione naturale dell’ambiente, cioè l’aria e lo spazio che avvolgeva l’amplificatore.

Questa combinazione gli permetteva di ottenere un suono ampiamente tridimensionale, ricco e potente, capace di riempire ogni angolo della sala e di diventare una delle firme sonore della band.


Un insegnamento prezioso per chi registra

Questa tecnica, apparentemente semplice, è uno dei tanti dettagli che fanno la differenza tra una registrazione banale e una memorabile. Capire come posizionare i microfoni e sfruttare l’ambiente intorno è fondamentale per ogni tecnico del suono.

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