Alan Lomax :“What does scat mean?”
Jelly Roll Morton: “Scat doesn’t mean anything but just something to give a song a flavor”.
Nel 1947, Ella Fitzgerald incide “How High The Moon”, un brano di Morgan Lewis pubblicato nel 1940. Ciò che rende questa versione stabiliante, è il modo in cui Fitzgerald lo rende scattante, veloce e brillante (il brano era originalmente concepito come ballad lenta).
Nel primo minuto, sembra attenersi al passo lento del brano, poi gli dà un’improvvisa virata, accelerandolo con un fraseggio scat e iniziando così l’improvvisazione sul tema iniziale, da vera cantante jazz.
Lo scat è un mezzo di espressione vocale cantata, priva delle parole a favore di fonemi o sillabe senza senso. Il cantante costruisce improvvisazioni ritmico-melodiche, ottenendo un risultato pari ad un qualsiasi assolo strumentale.
Questa tecnica ha avuto origine nell’Africa occidentale. In molta musica africana, la voce e gli strumenti umani assumono una sorta di parità musicale e sono a volte sono così vicini nel timbro e così inestricabilmente intrecciati nel tessuto della musica da essere quasi indistinguibili.
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Colui che ha contribuito a rendere internazionale il canto scat è stato Louis Armstrong con la canzone “Heebie Jeebies” nel 1926.
Esistono brani precedenti che all’epoca ebbero meno risonanza, ad esempio il maestro del ragtime Gene Greene nel 1917 registrò ritornelli scat in “King of the Bungaloos” e nel 1911 Al Jolson, intrattenitore teatrale, incise uno dei primi esempi di scat nel brano “That Haunting Melody”
Aileen Stanley è una delle prime cantanti a includere la tecnica alla fine di un duetto con Billy Murray del 1924 “It Had To Be You”.
Inoltre, esiste una dichiarazione in cui Jelly Roll Morton, pianista e compositore americano, pioniere del ragtime e del jazz, accredita Joe Sims, originario del Mississippi come creatore dello scat, nato quindi intorno alla fine del XX secolo.
Lo scat di Louis Armstrong
Senza ombra di dubbio, fu la performance di Armstrong a incarnare il punto di svolta. Dalla registrazione del 1926 di “Heebie Jeebies” emersero le tecniche che avrebbero costituito le fondamenta del moderno scat.
La storia racconta che mentre Armstrong stava registrando “Heebie Jeebies” con la sua band The Hot Five, il suo spartito cadde dal leggio. Non conoscendo il testo della canzone e non volendo fermare la registrazione in corso, Armstrong inventò il testo per riempire il tempo che avrebbe impiegato a riprendere il foglio da terra:
“Quando ho finito, sapevo solo che le persone che si occupavano della registrazione l’avrebbero buttato via… E con mia sorpresa sono usciti tutti di corsa dalla cabina di controllo dicendo: ‘Lascialo dentro’”.
“Heebie Jeebies” di Armstrong divenne un best-seller nazionale e, di conseguenza, anche la pratica dello scatting. La voce diventa strumento musicale, suoni e ritmi si intrecciano, non filtrati o addirittura limitati dalle caratteristiche fisiche del mezzo. Nello scat tutto diventa possibile, il tono, la melodia, il testo, tutto si lega e nulla rimane com’è. Pensandoci, forse anche a Ella Fitzgerald gli era caduto il testo da leggio?
Paola Zigoi, docente di canto NAM, insegna il canto Scat nei corsi in Nam Milano e nel suo videocorso sulla nostra piattaforma NAM Online! Se sei interessato, clicca su questo link! 😉