Nel mondo della produzione musicale, un tecnico del suono non lavora solo “a orecchio”, ma si affida anche alla comprensione scientifica del suono. Tre concetti fondamentali da conoscere a fondo in questo campo sono: la lunghezza d’onda, la forma d’onda e lo spettro. Questi elementi definiscono la natura del suono e ne permettono l’elaborazione, la registrazione e la riproduzione con precisione e consapevolezza.
1. Lunghezza d’onda: la distanza tra due picchi.
La lunghezza d’onda (λ – lambda) è la distanza tra due punti equivalenti di un’onda, solitamente due picchi consecutivi. È strettamente legata alla frequenza (quante volte l’onda si ripete in un secondo) e alla velocità del suono.
Formula:
λ=c/f
Dove:
- λ\lambdaλ (lambda) = è la lunghezza d’onda
- c = è la velocità del suono (circa 344 m/s nell’aria a livello del mare, 20°C di temperatura e pressione atmosferica pari a 780 mmHg)
- f = è la frequenza in Hz
Ad esempio, una nota LA a 440 Hz ha una lunghezza d’onda di circa 0,86 metri (344/440)
Perché è importante la lunghezza d’onda per un tecnico del suono?
- Aiuta a gestire le riflessioni e le cancellazioni di fase in studio.
- È utile nella progettazione acustica (trattamento di pareti e soffitti).
- È fondamentale per la posizione dei microfoni e per evitare fenomeni come il comb filtering.
2. Forma d’onda: la rappresentazione del suono.
La forma d’onda è la rappresentazione visiva dell’andamento della pressione sonora (o del segnale elettrico) nel tempo. Mostra le variazioni di ampiezza che compongono un suono.
Tipologie principali di forme d’onda:
- Sinusoidale: pura, contiene solo una frequenza (tono fondamentale).
- Quadra, triangolare, a dente di sega: ricche di armoniche, tipiche dei sintetizzatori.
- Complesse: come quelle prodotte da strumenti musicali o voce umana, sono combinazioni di molte frequenze.




Perché è importante la forma d’onda per un tecnico del suono?
- Permette al tecnico di identificare attacchi, rilasci e transienti.
- È indispensabile nella fase di editing audio, ad esempio per tagliare silenzi, rimuovere click o allineare take vocali.
- Mostra visivamente fenomeni come la clipping o la distorsione.

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3. Spettro: l’anatomia del suono.
Lo spettro rappresenta la distribuzione delle frequenze che compongono un suono. Si ottiene tramite l’analisi spettrale (ad esempio con la trasformata di Fourier), che scompone un segnale complesso in toni puri.
Ne esistono due tipologie principali:
- Spettro in frequenza (ampiezza vs frequenza): mostra quali frequenze sono presenti e con quale intensità.
- Spettrogramma: aggiunge il tempo alla visualizzazione, creando una rappresentazione tridimensionale (frequenza, ampiezza, tempo).
Strumenti usati:
- Analyzer FFT nei DAW (Digital Audio Workstation)
- Plugin come FabFilter Pro-Q, iZotope Insight, SPAN, ecc.
Perché è importante lo spettro per un tecnico del suono?
- Per individuare risonanze indesiderate o mascheramenti tra strumenti.
- Per fare equalizzazione chirurgica, eliminando o esaltando frequenze precise.
- Per confrontare e matchare il timbro di una traccia con un riferimento.
Conclusione
Per un tecnico del suono, capire la lunghezza d’onda, la forma d’onda e lo spettro non è solo teoria, ma una competenza pratica che incide sulla qualità sonora finale. Saperli leggere e manipolare permette di gestire l’acustica, il mix, la masterizzazione e ogni fase della catena audio con maggiore controllo e consapevolezza. È in questi dettagli che la tecnica diventa arte, e che lo studio crea una professione solida e qualificata.