Chi lavora in studio lo sa: tutto è sotto controllo. L’ambiente è trattato, i volumi sono gestibili, c’è tempo per ogni scelta. Ma quando un Sound Engineer da studio si ritrova a mixare dal vivo, le regole cambiano, e anche di molto. Tanti fonici che si affacciano al mondo del live sound per la prima volta restano spiazzati. In studio ci si muove con chirurgica precisione. Dal vivo, invece?
Occorre “mordere” i suoni. Tagli più profondi, compressioni più decise, equalizzazioni che in studio sembrerebbero brutali diventano improvvisamente la norma. Non è una questione di tecnica sbagliata, è solo un ambiente radicalmente diverso e con altre priorità.
Ma queste priorità, quali sono? Ecco alcuni consigli per riuscire a gestire al meglio una situazione live, anche essendo abituati a lavorare in studio:
1. Considera che il tempo è (quasi sempre) contro di te.
Uno dei più grandi shock è la gestione del tempo. Se in studio puoi passare ore a perfezionare un suono, dal vivo spesso hai meno di un’ora per fare tutto. La band arriva tardi? Il locale non è quello che ti aspettavi? E il pubblico comincia ad affollare la sala… Niente panico. Sii veloce. E se non c’è tempo per il soundcheck, tratta l’intero kit come un’unica entità sonora, invece di perdere minuti preziosi su cassa, rullante, tom… Lavora “in blocco” e affina in corsa.
2. Abituati a mixare nel contesto.
In studio usi le cuffie per cogliere ogni dettaglio. Dal vivo? Molto meno. Le cuffie servono solo per check veloci: c’è segnale? Il monitor funziona? Il vero mix si fa in sala, in mezzo alla gente. Non mixare “in solitaria”. Cammina nella venue, ascolta come suona da diverse angolazioni e fatti un’idea dell’acustica reale.

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3. Costruisci un setup rapido e intelligente.
Scegli la stanza migliore se puoi, evitando ambienti con troppe superfici riflettenti. Ottimizza il posizionamento del PA, cerca la copertura uniforme e minimizza il filtraggio a pettine. Microfona tutto da subito. È più facile spegnere
un canale che correre con un cavo tra il pubblico a spettacolo iniziato. Taglia le basse frequenze su tutto ciò che non ne ha bisogno. Aiuterai chiarezza e headroom.
4. Le voci prima di tutto.
Nel mix live, la voce è sacra. È la prima cosa che devi far suonare bene, perché serve sul palco (nei monitor) e fuori (nel PA). Costruisci il tuo mix attorno alla voce, non il contrario. Prova a fare lo stesso anche quando mixi una canzone in studio. Potresti scoprire un nuovo approccio al lavoro!
5. Gestione dei Monitor sul Palco
Molto importante è anche la gestione dei monitor sul palco. Ricorda che un musicista che riesce a sentire bene i suoni della band sul palco durante la performance, suonerà meglio e renderà automaticamente più semplice il tuo lavoro.
Sarebbe decisamente meglio, se possibile, fornire ai musicisti cuffie o inear monitor, ma se dovrai usare casse spia posizionale in modo che puntino alla testa dei performer, non ai loro piedi o al pubblico. Otterrai più volume con meno feedback.
6. Non tutto sarà perfetto. Va bene così.
Il palco non è uno studio. Non cercare la perfezione. Cerca la leggibilità, il bilanciamento e il controllo. L’ambiente cambierà (soprattutto quando entrerà il pubblico), quindi sii pronto a reagire velocemente, muovere i fader, correggere durante l’evento. Un fonico bravo non è chi non sbaglia mai, ma chi sa gestire situazioni diverse e ascoltare il contesto.
Conclusione: fai il meglio, con quello che hai.
Un live mix non sarà mai pulito come un mix da studio. Ma non è quello che conta. Il tuo obiettivo è coinvolgere, trasmettere energia e rendere il suono intelligibile, potente e dinamico. Accetta i limiti della location, fai squadra con i musicisti, resta lucido e affidati all’esperienza.
Partire anche da questi pochi concetti, semplici ma fondamentali, è il primo passo per lavorare davvero bene in una situazione live. Con una formazione mirata e pratica, è possibile costruire una carriera soddisfacente e personalizzata nel mondo dell’audio professionale.