Il pianoforte moderno presenta una grande varietà di stili e generi musicali, e ciascuno è caratterizzato dalle proprie sonorità: il genere pop ad esempio fa più uso di triadi rispetto al jazz, così come blues e rock fanno più uso di power chords e accordi di settima.

La mano sinistra del pianista di conseguenza userà ritmiche e gradi diversi degli accordi proprio per contribuire assieme alla mano destra all’esposizione della triade o quadriade.

Facciamo assieme una piccola panoramica dei generi musicali più comuni con un occhio di riguardo alle frequenze basse gestite dalla mano sinistra.

La mano sinistra con il pianoforte per la musica pop

La mano sinistra nel pop è molto semplice, può fare tutte le fondamentali degli accordi, eventualmente raddoppiate all’ottava bassa in passaggi a dinamica sostenuta o particolarmente scuri. Occasionalmente può fare note di passaggio, in quel caso le farà diatoniche, cioè sulle note della tonalità senza ulteriori alterazioni, come si vede nell’esempio.

Un’altra buona tecnica nel pianoforte pop è quella di creare arpeggi in ottavi sulle note 1-5-8 di ogni accordo, non si fa la classica triade 1-3-5 alla mano sinistra perché appunto darebbe un suono molto “classico” (vedi il “basso albertino”).

Questa pratica è consigliata nel piano solo o in momenti in cui la mano destra non suona tutto l’accordo ma soltanto una melodia o una figura ripetuta.

La mano sinistra con il pianoforte per la musica rock

Nel rock la mano sinistra può imitare il suono di una chitarra, quindi suonare dei bicordi tra la prima e la quinta di ogni accordo. Si chiamano “power chords” (come quelli della chitarra) perché la mancanza della terza conferisce un suono meno emotivo, più sicuro, stabile e virile, via via più potente se eseguito nelle ottave basse.

I power chords possono essere eseguiti con diverse combinazioni ritmiche, molto azzeccata è la semplice figura ostinata in ottavi come nell’esempio sopra sull’accordo di Dm.

La mano sinistra con il pianoforte per il blues

Anche il blues è un genere in cui la mano sinistra gioca tanto sugli intervalli 1-5, aggiunge però passaggi sulla sesta o sulla settima, rigorosamente minore.

La mano sinistra blues ha in realtà tantissime combinazioni e variazioni che andrebbero approfondite, perché è lei la principale responsabile dell’affermazione dell’accordo: spesso la mano destra infatti si dedica a piccoli patterns o improvvisazioni sulla scala blues, trascurando l’accordo completo.

Ci sono poi dei casi in cui la mano sinistra crea dei movimenti anche sulla terza degli accordi, è il caso del basso boogie, in cui si vuole far sentire la natura maggiore della triade o quadriade. Di seguito ci sono due esempi frequentissimi, basti ascoltare Count Basie, Fats Domino o Junior Mance per farsi un’idea.

La mano sinistra per il pianoforte jazz

Per motivi di spazio non possiamo che fare un piccolo cenno alla tecnica di mano sinistra nel jazz, ma ci sarebbe da parlarne a lungo; diciamo solo che l’idea della mano sinistra, se non c’è il bassista, è quella di imitare il contrabbasso nella tecnica del walking bass, cioè suonando note degli accordi più note di approccio (stavolta cromatico, non diatonico come nel pop, e quindi che prevede alterazioni fuori dalla scala) all’accordo successivo. Può essere fatto in quarti o in metà, come si può vedere sotto.

Se non fa il walking, il pianista può optare per delle disposizioni larghe della mano sinistra, ad esempio intervalli 1-7, 1-10 (cioè la terza all’ottava superiore) o 1-7-10. Questi voicing rendono particolarmente bene nei tempi lenti e soprattutto consentono alla mano destra di suonare tutte le note più particolari e jazzistiche come none, tredicesime ecc., tanto le note più importanti degli accordi sono già state gestite dalla mano sinistra.

Nell’ottica di apprendimento del pianoforte moderno, vale la pena provare tutti i modi di suonare la mano sinistra, così da poter capire dove applicare una sonorità piuttosto che l’altra. Man mano che si sviluppa la sensibilità della mano sinistra si otterrà un suono meno banale e una disposizione delle voci più in linea con lo stile scelto, fin da subito bisognerà abituarsi a conoscere le note dell’accordo e a vederle anche in un ordine diverso da quello classico. Buon lavoro e buona ricerca sonora!

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