I primi mesi del percorso di un pianista sono dedicati a imparare gli accordi maggiori e minori, così da potersi divertire con una grande quantità di brani pop, rock e folk italiani o stranieri – un po’ come fanno i famosi “chitarristi da spiaggia”! Ma, vuoi per ambizione, vuoi per ammirazione o per curiosità, la maggior parte degli allievi di un corso di pianoforte assapora l’ebbrezza di dedicarsi alla musica più colta, ai grandi autori pop come Billy Joel , Elton John , Stevie Wonder o gli standard jazz, e appena guarda lo spartito, la sua sicurezza vacilla di fronte alla miriade di accordi dalle sigle complicate come questi: Maj7, 7, m7, m7(b5), 6, m6, dim7, aug7 C’è da perdersi! Oppure no? Niente paura. Sono solo accordi con una nota in più rispetto alla triade. Quattro note quindi, ecco perché sono chiamati quadriadi, oppure anche “accordi di settima”. In questo articolo vogliamo introdurre le quadriadi nel modo più semplice possibile, partendo dalla conoscenza delle triadi e ricorrendo ad un piccolo trucco per aggiungere le settime. Le triadi sono quattro, ma le più usate sono indubbiamente la triade Maggiore (che si costruisce con 3° maggiore e quinta giusta a partire da una fondamentale, altrimenti contando 4+3 semitoni dalla stessa) e la triade minore (che ha la 3° minore e quinta giusta, oppure 3+4 semitoni a partire dalla fondamentale). Dunque è la terza la nota che dà il carattere maggiore o minore all’accordo, è sufficiente infatti abbassare di un semitono la terza per trasformare un accordo maggiore in uno minore. La triade diminuita ha invece terza minore e quinta diminuita (3+3 semitoni dalla fondamentale) e la triade aumentata ha terza maggiore e quinta aumentata (4+4 semitoni dalla fondamentale), ma sono meno usate in quanto più tensionali rispetto alle triadi maggiori e minori. Per ottenere le quadriadi bisogna aggiungere la settima, cioè la nota posta una terza (maggiore o minore) sopra la quinta. Così come la terza, anche la settima può essere maggiore (in questo caso si chiama “sensibile”) o minore (quindi “sottotonica”). Le quadriadi più conosciute sono proprio la base della triade maggiore o minore con l’aggiunta della settima, la quale dà delle sfumature nuove: ad esempio Cmaj7 è C con settima maggiore, C7 è C con settima minore, Cm7 è Cm con settima minore. Premessa: quando si suonano le quadriadi la mano destra può anche non suonare la fondamentale, perché sarà sicuramente suonata dalla mano sinistra, quindi può usare tre dita anziché quattro per suonare la terza, la quinta e la settima. Motivo per cui, a livello tecnico la quadriade non è più impegnativa di una triade. Proprio perché la fondamentale non viene suonata, il pollice della mano destra potrà scendere di un semitono se deve fare la settima maggiore, di un tono se deve fare la settima minore, di conseguenza è sufficiente farsi queste due domande: “La triade di base è maggiore o minore?” “La settima è maggiore o minore?”
Ad esempio per fare un C7 è sufficiente suonare la triade di C maggiore poi far scendere il pollice di un tono in modo da ottenere il Sib che è la sua settima minore. Se provate questo metodo sarete sicuramente più motivati ad affrontare brani impegnativi di ogni genere, soprattutto perché sentirete che l’eleganza di un Maj7 o la forza di un 7 non sono raggiungibili da alcuna semplice triade, così come non è possibile approssimare uno standard jazz come Autumn Leaves o Fly Me To The Moon in triadi.
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