di Gabriel Renteria Linda.

Hip-hop e Rap sono termini ormai di uso comune. Già da tempo possiamo vedere il Rap su palchi nazional-popolari come quello di Sanremo e anche la scuola di danza del paesino di provincia più remoto ha un corso di ballo hip-hop. Ma ci siamo mai chiesti il reale significato di questi termini? E’ corretto parlare di musica rap o musica hip-hop?

Rap: Utilizzo della voce ritmico su un groove, caratterizzato da un largo utilizzo di rime e assonanze. Molti credono che Rap sia l’acronimo di Rythm And Poetry. Per quanto quest’etimologia risulti calzante è difficile che sia veritiera. In inglese letteralmente “to rap” significa colpire qualcosa d’improvviso, ma già nel 1300 in Gran Bretagna questo verbo veniva utilizzato in maniera colloquiale con il significato di “chiacchierare, parlare, raccontare una storia”.

Quindi chi fa Rap, il rapper, è semplicemente un cantastorie, o, meglio, un parla-storie.

Hip-hop: Per capire il significato del termine hip-hop bisogna scomporlo. Nello slang newyorkese degli  anni ’60 e ’70 Hip significa -to know, -awearness, letteralmente -sapere, –avere coscienza e –consapevolezza. Hop significa -to do, -fare, -muoversi.

L’unione dei due termini crea un neologismo dal significato dirompente: faccio perché so, mi muovo perché ho la coscienza per farlo. Per dirla più semplice: so quello che faccio. Ne deriva un significato molto profondo: non sono hip-hop perché mi piace, ma perché ho un punto di vista unico sul mondo, una “knowlege” appunto.

Inizialmente quindi l’Hip-hop è quasi un’idea filosofica, non è un luogo fisico o un oggetto, ma un’idea condivisa, una coscienza collettiva, e veniva scritto così: hiphop.

Questa idea collettiva abbraccia quattro forme d’arte, le quattro discipline: Il DJing, i Graffiti, la Breakdance e l’MCing, più noto come Rap.

In seguito  l’hiphop diventa Hip Hop, in maiuscolo. Un movimento culturale più complesso che inizia a creare attenzione mediatica e profitto. Alle quattro discipline originarie si aggiungono il beatbox, lo street-wear (cioè la moda urban, che oggi riempie i negozi di tutto il mondo), l’imprenditoria e la cultura di strada a 360 gradi.

Secondo KRS One, uno dei padri fondatori e massimo esperto di Rap e Hip Hop, oggi giorno la forma corretta di scrivere questo termine è senza maiuscole: hip-hop. Non è più solo una cultura, di certo non più un idea filosofica. E’ una vera e propria industria, che da lavoro a migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo, con i pro e i contro che questo comporta.

In 50 anni di storia quindi è cambiato non solo il modo di scrivere questo termine, ma soprattutto il significato ad esso associato. Abbiamo quindi fatto un po’ di chiarezza, e per concludere possiamo dire che sarebbe preferibile parlare di Musica Rap, e di Cultura hip-hop, all’interno della quale trovano contesto anche altre forme artistico espressive.

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    NAM Milano
    4.6
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